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Bonus edilizi tra inadempimenti e criticità, le nuove soluzioni possibili: l’accertamento tecnico preventivo

[Studio BL - Focus] - Bonus edilizi tra inadempimenti e criticità, le nuove soluzioni possibili: l’accertamento tecnico preventivo 



🔵 Nel focus di oggi, a cura dell'Avvocato Claudia Ciofani un approfondimento sui Bonus Edilizi e l'accertamento tecnico preventivo.

 

🖋 È fatto noto che il sistema – già pensato male – dei Bonus Edilizi sia entrato ormai in crisi. Il profilo più problematico è chiaramente rappresentato dal blocco totale dei lavori che, laddove iniziati, si interrompono senza che sia possibile prevedere quando (e se) riprenderanno.


È evidente come, a prescindere dalle cause che hanno determinato il tilt del sistema, a pagare il prezzo più alto - ad oggi - siano i condomini che hanno usufruito del Bonus. L’interesse dei diversi soggetti coinvolti nella vicenda è - sostanzialmente - portare a termine i lavori e realizzare il progetto garantito e coperto economicamente dai Bonus. 


Come tutelare, quindi, i fruitori dei Bonus e le Associazioni che li rappresentano? Gli strumenti tradizionali delle messe in mora, delle intimazioni e poi dei lunghi (ed imprevedibili) giudizi di merito non hanno sortito gli effetti sperati ed anzi hanno determinato ulteriori lungaggini e l’inevitabile aumento dei costi da sostenere.


È per questo che lo Studio BL propone l’utilizzo di un mezzo “nuovo” – quanto meno in questo ambito – molto più celere ed elastico: l’accertamento tecnico preventivo. Tale strumento permette di far accertare lo stato dei fatti da un consulente tecnico terzo, nominato dal Tribunale, e può essere utilizzato sia ove ricorrano motivi di urgenza (art. 696 c.p.c.) sia nei casi in cui si voglia tentare una conciliazione con la controparte (art. 696-bis).


Quest’ultima ipotesi appare la più efficiente e potenzialmente la più risolutiva: un condominio, per esempio, potrebbe ottenere una consulenza tecnica preventiva che accerti lo stato di avanzamento dei lavori e decidere di percorrere una strada transattiva. Ciò potrà avvenire direttamente all’esito dell’accertamento per intervento del consulente, ovvero in altra sede, potendo tale strumento essere utilizzato come “arma” di contrattazione direttamente nei confronti dell’impresa inadempiente. Quest’ultima, infatti, a fronte di un accertamento terzo ed esterno, potrebbe essere indotta a trovare una composizione bonaria per evitare di essere portata in giudizio con aggravio di spese a suo carico. In altre parole, quindi, le potenzialità di tale istituto sono diverse: da un lato fornirebbe al condominio una fotografia dei fatti (e dunque dell’inadempimento dell’impresa che effettua i lavori) utile a intavolare una trattativa, dall’altro lato – quale strumento deflattivo – scongiurerebbe il rischio di incardinare un processo.




Se l’interesse primo dei fruitori del Bonus è dunque quello di riavviare i lavori e portare a termine il progetto pattuito, è certo che l’accertamento tecnico preventivo rappresenta, ad oggi, uno strumento utile ed innovativo. 



 
 
 

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